Invece di cercare di salvare i vostri figli dai loro "errori", concentratevi meglio sulle soluzioni. Tutti a volte sbagliamo. Quando però gli errori sono visti solo come dei fallimenti e reagiamo a loro come tali, ci creiamo dei blocchi emotivi e quindi anche tensioni sia nella nostra mente che nel nostro corpo. Abbiamo però sempre una opzione davanti a noi: rafforzare la paura verso ipotetici sbagli futuri oppure cercare la chiave magica che permetta di “smascherare” il legame causa-effetto delle azioni, trovando così facendo anche delle soluzioni. Fornire questa chiave per aiutare i bambini a capire come trasformare gli errori in esperienze di apprendimento è uno dei doni più importanti che a noi, squadra di My English Day, viene in mente in questo periodo natalizio. Ma cominciamo dai basics: non ci sono bambini buoni o cattivi come qualcuno, sbagliando, a volte pensa. Tutti i bambini sono buoni! Ne discende che le classiche frasi del tipo “sei stato un bambino cattivo!” o “solo ai bambini buoni si fanno regali” sono abbastanza discutibili da un punto di vista pedagogico. Sono eventualmente i comportamenti che possono essere buoni o cattivi, giusti o sbagliati. Non i bambini. E’ una cosa che dobbiamo ricordare tutti, soprattutto noi genitori indaffarati, sempre in ritardo e a volte impazienti. Quindi anche il latte versato questa mattina che ha sporcato i vestiti appena ritirati non è motivo sufficiente per un rimprovero, bensì deve trasformarsi nell'apprezzamento per un coraggioso tentativo di compiere una azione nuova in autonomia. Quindi incoraggiare, riprovare e aiutare o, meglio ancora, lasciare che pensi, faccia e tragga le sue conclusioni con la propria testa, ecco cosa dobbiamo fare. Perché senza fare errori non si impara! Senza dimenticare l'altro lato della medaglia: la reazione agli “errori” dei nostri bambini diventa un modello di comportamento per loro. Noi genitori siamo osservati molto di più che ascoltati. Siamo un manuale di istruzioni vivente. I nostri bimbi vogliono essere come noi e ci copiano. Quindi, se dobbiamo proprio reagire al latte versato, allora facciamolo con un sorriso, con una voce calma e con tanto amore: “Dai, puliamo ora! Poi guardami versare il latte e riprova …". E' questa la famosa intelligenza emotiva, un termine ormai entrato in voga, che ci insegna a riconoscere, gestire e a servirsi in modo conscio dei nostri stati d’animo. Provate a parlarne stasera con i vostri bambini. Perché questo venerdì anche noi ne discuteremo con loro durante il nostro workshop di Natale. In inglese naturalmente... Questo articolo è stato scritto per My English Day
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